La festa della riconciliazione - (28 Ottobre 2016)



Mons. Mario Delpini

Ci sono quelli che iniziano dicendo: "Non so che cosa dire". Ci sono quelli che obiettano: "Non capisco perché dovrei dire al prete i miei peccati". Ci sono quelli che parlano a lungo di tutto, amarezze, dolori, ingiustizie: parlano di tutto, eccetto che dei loro peccati. Insomma sembra che il Sacramento sia tutto lì, nelle parole di chi si confessa.

Forse anche per questo per alcuni la Confessione è una fatica, un imbarazzo, e molti non si confessano. Ma il Sacramento della Confessione si chiama anche Sacramento della Riconciliazione, per dire che il sacramento non si riduce all'opera dell’uomo che si dichiara peccatore elencando i suoi peccati: è piuttosto l'opera del Padre misericordioso che accoglie, perdona, fa festa per il figlio che torna scoraggiato e ferito per la sua vita sbagliata.

Ecco: una festa! La festa non si può celebrare in solitudine, di nascosto. Ci deve essere gente, ci deve essere gioia e musica, affetti e cose buone. La festa della riconciliazione dei peccatori pentiti è evento di Chiesa. Così si celebra il perdono di Dio: insieme!

Insieme si riconosce che i propri peccati sono un danno anche per gli altri. Insieme si sperimenta che perdono sperimentando che c’è una comunità che condivide la tristezza del peccato e la gioia della riconciliazione. Insieme si riprende il cammino verso la santità non come l’impresa solitaria, ma come grazia sostenuta da tutto il popolo santo di Dio.

I preti sono, anche loro, peccatori in cammino verso la santità. Perciò sono confessori, ma anche penitenti. Si confessano e sperimentano la gioia del perdono. Fanno festa, perché sperimentano la misericordia di Dio. Per questo nella festa di san Carlo, il prossimo 4 Novembre, i preti si trovano tutti in Duomo a Milano per celebrare insieme il Sacramento della Confessione e la festa della riconciliazione. Si può immaginare che la gioia e la forza di quel momento condiviso siano un buon motivo per ingegnarsi a salvare il Sacramento della Confessione dalla sua riduzione individualistica. Diventerà festa condivisa in ogni comunità che accoglie la misericordia di Dio.

S.E. mons. Mario Delpini
Vicario Generale
Arcidiocesi di Milano

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